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La Marcofilia è il collezionismo dei bolli apposti sulla corrispondenza (lettere, cartoline, ecc.) inviata con i servizi di posta. Il bollo è il segno della massima sovranità delle amministrazioni postali pubbliche sulle corrispondenze stesse, movimentate in privativa sul proprio territorio di competenza. Ciò vale anche per altri sistemi di trasporto postale in concessione di Stato. Per la Posta è un segno grafico indelebile in genere circolare, ma anche di altre forme, contenente i dati fondamentali della spedizione postale (data, luoghi, uffici ecc.). Grazie alla forza del diritto di privativa delle Poste pubbliche sul trasporto postale, il bollo ha riconoscimento legale indiscusso e viene perseguita duramente ogni falsificazione. Esistono numerosissimi tipi di bolli postali in relazione al servizio cui sono dedicati (annullatori, di transito, di tassazione, di franchigia, di arrivo, lineari, esagonali, quadrati, ecc.), diversi in relazione anche al momento, alle tecnologie ed alla funzione per cui furono prodotti. Già dall’originaria storia del sistema postale italiano, eredità dell'antico regno Sardo, i bolli sulle corrispondenze devono contenere la data esatta e la località in cui furono applicati in modo da garantire a chiunque sopratutto il momento dell’accettazione o della prima lavorazione dell'invio postale ed il tempo di viaggio della corrispondenza oppure, in relazione ai diversi periodi, la storia documentata del suo viaggio. L'inchiostro utilizzato per applicare i bolli dalle Amministrazioni postali è di sicurezza, ossia normalmente indelebile e penetrante nello spessore della carta, ha una formula chimica non conosciuta dal pubblico ed è difficilmente riproducibile o truccabile. Alcuni bolli sono stati o sono utilizzati anche con inchiostri speciali di colore diverso dal nero (tradizionale) o con invisibili caratteristiche di fluorescenza.

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Settimo Torinese in posta